Origini del nome
Due muri paralleli e uno spazio centrale chiamato “striscia della morte” componevano quello che era il Muro di Berlino. A dividere il quartiere di Kreuzberg (ovest) e quello di Friedrichshain (est) ci pensa il fiume Sprea, ecco perché in questo tratto il muro fu costruito solo sul versante est: la Sprea coincideva e sostituiva la striscia di terra di confine, per cui non fu necessario costruito il versante ovest del muro. La soluzione fu semplice, sull’altra sponda del fiume iniziava Berlino ovest, quello che rimane di quel tratto costruito ad est è la East-Side-Gallery (da qui il nome).
foto via wikipediaCompreso tra l’Oberbaumbrücke (il ponte di Oberbaum) e la stazione ferroviaria di Ostbahnhof, il muro corre lungo Mühlenstrasse. Si tratta di un frammento lasciato indistrutto in memoria della riunificazione del paese, e trasformato nella più lunga galleria d’arte all’aria aperta del mondo. I suoi 1,316 metri di lunghezza , mettono in mostra circa 106 murales offerti da street artists internazionali.
Simbolo di pace e riunificazione
Siamo nel 1990 quando 129 artisti, provenienti da 20 diversi paesi del mondo, furono chiamati al cospetto del muro con lo scopo di dipingerne il lato orientale con temi ispirati alla pace e alla riunificazione. C’era bisogno di esorcizzare quel sentimento di angoscia legato alla sua storia, di ricoprirlo di colori, di slogan e di immagini, cosa che avvenne sotto la spinta di un motivato entusiasmo creativo. Fu donata nuova vita a quei pannelli in cemento armato, gli stessi che hanno diviso in due una città per ben 28 anni e reso impossibile la circolazione tra l’est e l’ovest, quelli che hanno separato famiglie, procurato la morte e mostrato fino a che punto può arrivare la follia umana.
L’East-Side-Gallery nel ‘91 è stata eletta memoriale internazionale alla libertà e, dopo 25 anni, continua ad essere l'unico monumento autentico della riunificazione, con più di 3 milioni di visitatori ogni anno. Alcuni tra i graffiti esposti sono diventati popolari tra i più, pensiamo per esempio a quello del bacio fra Erich Honecker e Leonid Brežnev o quello della Trabant che sfonda il muro.
Si decise di risanare i murales in due occasioni, nel 2000 e ancora nel 2009, ma oggi quel muro è lasciato lì a decomporsi lentamente, dimenticato e fermo in un’aria cadente. L’ipotesi che possa scomparire senza troppi ripensamenti, sembra diventare sempre più una realtà.